L’Erasmus è un progetto dell’Unione Europea che permette agli studenti di intraprendere un periodo di studio e di lavoro in altri Paesi membri dell’UE, o di Paesi extra-europei partner del programma.
L’idea principale è che studiando all’estero con il programma Erasmus, gli studenti possano migliorare le proprie capacità di comunicazione, la conoscenza di lingue straniere e le proprie competenze interculturali, per avere più competenze nel mondo del lavoro. Inoltre, il confronto tra sistemi d’istruzione diversi arricchisce gli studenti, fornendogli nuove prospettive e spunti utili per il loro percorso formativo. Fare un'esperienza all'estero durante le scuole superiori è un'esperienza da fare poiché questo può aprire il modo di pensare dei giovani attraverso la conoscenza di nuove culture, tradizioni e confronti. Ma aiuta anche a essere più responsabili e autonomi attraverso il lavoro. Quando si parla di Erasmus va a braccetto la parola "conoscere" poiché, si intende dire che questo viaggio di studio ti permette di scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo: una persona, un luogo, una sensazione, una parola. Ogni giorno si trova qualcosa di inaspettato e ne rimarrai colpito. Inizialmente magari non ti renderai conto subito di tutto ciò che stai conoscendo quotidianamente, ma arrivato alla fine del tuo percorso resterai sorpreso da tutto quello che hai, inaspettatamente, scoperto. Prima di partire, non puoi avere certezze su quello che ti aspetterà, ed è proprio la volontà di conoscerlo e la modalità in cui decidi di farlo a rendere l’esperienza irripetibile. Non ti rendi conto di essere davvero cresciuto fino a quando non avrai portato a termine un’esperienza del genere. Si parla di crescita sotto tanti punti di vista. Un altro aspetto importante è l’apprendimento a gestire i soldi che ti vengono dati per la spesa, vita sociale e spese varie. La crescita la vedrai anche nella gestione della propria vita, del proprio tempo. Ti renderai conto di quanto tempo buttavi prima dietro cose futili, come ad esempio stare al cellulare, guardare serie TV. Anche questo ti permetterà di crescere, perché questa presa di coscienza ti allontanerà da certe abitudini e avrai la possibilità di concentrarti a pieno su cose più importanti. Ti renderai conto di essere cresciuto quando, terminata l’esperienza, tornerai a casa e ti sentirai più responsabile. Un ultima cosa a favore dell'Erasmus è quello di “lavorare su te stesso“, ovvero ai diversi momenti di riflessione profonda che si affrontano durante tutto il corso dell’esperienza. Allontanandoti dalla tua comfort zone, apri gli occhi su tante cose, ma soprattutto su cose a cui prima neanche avevi pensato. Ovviamente ognuno sceglie di vivere l’Erasmus a modo suo ma quando tornerai non sarai più lo stesso di prima e, senza nemmeno accorgertene, avrai cambiato tante cose di te. L'Erasmus in conclusione è un'esperienza che dovrebbero fare tutti i giovani per arricchirsi e crescere culturalmente.
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L’Erasmus è ormai finito da qualche giorno ma lasciatemi raccontare come si è concluso.
Dopo il weekend di relax è iniziata l’ultima settimana di lavoro, con orario dalle 08:00 fino alle 11:00/12:00 e dopo, come al solito, avevamo del tempo libero per la spiaggia, noi stessi, scoprire nuovi posti della città, visitare il centro e acquistare souvenir. Sabato è stato l’ultimo giorno di lavoro in cui abbiamo avuto la possibilità di salutare i nostri tutor, fare foto con loro e salutarci; il pomeriggio era libero mentre la sera l’abbiamo dedicata a un momento che abbiamo passato tutti insieme sulla spiaggia per ricordare quest’esperienza. La mattina seguente abbiamo svolto l’attività di volontariato che consisteva nella pulizia della spiaggia, l’attività è durata un’ora e mezza e successivamente siamo rimasti sulla spiaggia a rilassarci; purtroppo il tempo dedicato al relax era molto breve a causa del maltempo; per domenica sera era previsto un aperitivo in barca ma, a causa del maltempo, non è stato possibile farlo.Lunedì abbiamo svolto l’ultima gita, che è stata finanziata dall’agenzia; abbiamo visitato il Castello di Methoni, successivamente abbiamo pranzato in un ristorante con la vista sul mare e il pomeriggio lo abbiamo dedicato a rilassarci sulla spiaggia di Methoni. Tornati dalla gita, dalle 19:00 abbiamo avuto un evento presso il nostro hotel, Vista Marina, che consisteva in uno scambio culturale tra i vari paesi, noi abbiamo presentato la pasta e il salame al cioccolato e gli altri paesi torte o piatti salati. Martedì, il nostro ultimo intero giorno, abbiamo dedicato il nostro tempo all’acquisto di souvenir, a rilassarci, salutare le persone che abbiamo conosciuto a Kalamata e a finire di riordinare la stanza e la valigia. Siamo partiti mercoledì mattina con il volo diretto da Kalamata a Milano Bergamo, con Ryanair, e siamo arrivati alle 13:00; questo è stato l’ultimo “step” di questo Erasmus che si è concluso con un saluto generale con i miei compagni, la prof e il nostro tutor. Alla fine del percorso ho sperato tanto che quest’esperienza non si concludesse perché mi ha permesso di scoprirmi e di scoprire le persone intorno a me, di crescere e aumentare la mia indipendenza. Se ne avessi la possibilità di fare un viaggio simile preferirei essere da sola essendo che credo possa aiutarmi di più ad aprirmi meglio, a crescere e a esplorare maggiormente da sola senza aver bisogno dell’appoggio di persone. Durante questo mese il nostro tutor ci ha fornito informazioni su Erasmus simili a questo progetto che spero di riuscire ad aderire perché è stata un’esperienza fantastica che mi ha aiutato molto. Grazie Kalamata💙 Benvenuti nel mio blog! In questo primo articolo parlerò di come ho vissuto la mia prima settimana in Erasmus. Sono partita da Milano-Bergamo e arrivata ad Atene in Grecia con l'aereo verso la mattinata, in seguito nel pomeriggio grazie all'ausilio della partner greca che ci ha fornito un pulmino per arrivare a destinazione in Kalamata. Una città situata sulla costa del mare, in cui si svolgerà il mio percorso di formazione per un mese, ricca di tradizioni e prodotti locali. Uno dei prodotti locali più tipici della città è il "pita" una sorta di panino/kebab greco, molto economico e accessibile per tutti. Nei primi giorni non conoscendo bene la città mi sentivo ancora un po' spaesata, ma per mia grande fortuna il giorno seguente i miei accompagnatori hanno organizzato una gita per conoscere il posto e i luoghi da visitare. Adesso grazie a queste conoscenze potevo orientarmi meglio sia per i posti che a me interessavano ma anche per la posizione del posto di lavoro. Ho iniziato a lavorare un paio di giorni dopo il nostro arrivo, mi hanno messo a lavorare in un negozietto di souvenir che vende prodotti locali e tipici, si chiama "Eumeria" insieme a Giorgia (una compagna di classe) ma per decisione del capo ci hanno diviso in due turni, una al mattino e l'altra al pomeriggio. Il mio lavoro consiste nell'accogliere i clienti stranieri e illustrare loro dove possono trovare i prodotti che cercano, per mia sorpresa sono arrivati molti clienti americani, francesi e spagnoli in cui ho dovuto applicare le mie conoscenze della lingua inglese. Grazie a queste prime esperienze ho iniziato a mettere in pratica le mie conoscenze. Durante questo periodo ho imparato a convivere con persone esterne per la prima volta nella mia vita per così tanto tempo. In stanza sono con Maezzie e Michelle due mie compagne di classe di cui prima non avevo molto legato, adesso grazie a questa esperienza ho potuto conoscerle meglio, e grazie a loro ho assaggiato per la prima volta un piatto filippino "Honey Garlic Chicken Breast". Nella prima settimana ho provato molte emozioni come tristezza e felicità allo stesso tempo, soprattutto all'inizio ero molto nostalgica di casa e la mia famiglia, ma col passare del tempo ho iniziato ad abituarmi ed essere più responsabile ed autonoma.
Grazie al progetto Erasmus+, il 22 Maggio sono partita per il mio tirocinio a Kalamata (GR).
Dato che, nei anni passati, non ho avuto l‘opportunità di andare in gite scolastiche, grazie a questo progetto ho l’opportunità di diventare una persona più responsabile e più indipendente. Arrivati ad Atene abbiamo aspettato il bus che ci ha accompagnato davanti l‘Hotel Vista Marina. Il giorno dopo ci siamo subito messi in cammino con Sia facendo un giro al centro e poco dopo ci siamo ritrovati a vedere tutta la città vista dall’alto. Pochi giorni dopo io e la mia compagna Annasimona M. , accompagnati dai nostri accompagnatori, ci siamo diretti verso il tirocinio e in quel momento sentivo il mio cuore battere per l‘agitazione e nella testa continuavo a pensare che ‘non ero all‘altezza‘. Entrati al posto di lavoro siamo stati accolti dal mio Tutor Nicholas che era uno dei boss della struttura; l’Hotel è un tre stelle con vista mare e con uno staff disponibile; qui abbiamo incontrato Angelo, un nostro collega, che ci orientava nel nostro lavoro e grazie a lui mi sono sentita più a mio agio e più all’altezza del lavoro. Verso il fine settimana ho deciso di assaggiare i piatti tradizionali come la “Moussaka“ un piatto a base di melanzane, patate e carne macinata aggiungerei che, si, la Moussaka è buona ma a parer mio la “Pita Gyro“ è tutt‘altra cosa sia a livello di prezzo che di bontà. E dunque il mio articolo finisce qui, sperando di rivedervi di nuovo qua a leggere il mio prossimo articolo. Durante le prime due settimane in Erasmus mi sentivo un po' spaesata, ma allo stesso tempo non vedevo l'ora di vivere a pieno l'opportunità che mi era stata data. Conoscevo alcuni miei compagni ed alcune mie compagne di classe, quindi non mi sentivo sola anche se però la maggior parte di loro non li vedevo da più di un anno a causa della pandemia e della didattica a distanza, quindi incontrarli e tornare a stare con loro è stato strano all'inizio.
Dopo pochi giorni dal nostro arrivo a Tenerife, ho incontrato i miei datori di lavoro, i quali ci hanno spiegato le nostre mansioni e ci hanno mostrato la struttura in cui le avemmo svolte. Non nego che i primi giorni sono stati un po' difficili, in quanto ho riscontrato alcuni problemi ed ostacoli che, nonostante fossi sola, ho cercato di risolvere al meglio e senza farmi prendere dal panico e dell'ansia. Già di mio sono una ragazza responsabile e precisa, e grazie a questo lavoro ho capito ancora di più l'attenzione, la serietà e la precisione che bisogna usare sul posto di lavoro. Le ultime due settimane ho preso più dimestichezza con il mio lavoro e sono stata contenta di aver appreso mansioni molto utili, anche perché ho avuto la possibilità di mettere in pratica buona parte di ciò che avevo studiato durante quattro anni, essendo la mia scuola un istituto per il turismo. Ho conosciuto gli altri ragazzi che lavoravano all'interno della struttura ricettiva in cui lavoravo e che erano originari da diversi paesi del mondo. Per questo é stato formativo cercare di comunicare con loro in diverse lingue. Benché frequentassimo tutti la stessa scuola, anche all'interno del nostro gruppo "italiano" abbiamo lasciato da parte la timidezza iniziale per dare spazio a nuove conoscenze tra di noi, soprattutto grazie alle gite che facevamo durante i giorni festivi, alle uscite tutti insieme la sera, ma soprattutto sul posto di lavoro. Lì infatti per mia fortuna ho conosciuto delle persone molto disponibili e gentili, con le quali mi sono trovata davvero bene. Il Programma Erasmus+ è un progetto di mobilità transnazionale che è stato promosso da un consorzio composto dagli istituti ITC ITE "FABIO BESTA", I.I.S CLAUDIO VARALLI, ITCG "ACHILLE MAPELLI" e coordinato da IFOM Soc. Coop. Sociale, che ne ha curato gli aspetti amministrativi e organizzativi. Il progetto è stato rivolto agli studenti dell'indirizzo turistico e ha avuto la durata di un mese, per gli studenti delle classi quarte. Il programma, in riferimento allo sviluppo di competenze professionali ha consentito ai tirocinanti di sperimentare il mercato del lavoro europeo in ambito turistico e l'accrescimento delle competenze personali e culturali. Il soggiorno all'estero ci ha consentito di acquisire e sviluppare una conoscenza dello stile di vita del luogo.
Il 4 Settembre ho intrapreso quest'esperienza partendo per la Grecia, per la precisione a Kalamata, un comune situato nella periferia del peloponneso. Il gruppo con il quale sono partita era composto da quindici persone, tra cui sei della mia classe. Era una mattina soleggiata ed ero estremamente emozionata di imbarcarmi sull'aereo, inizialmente non conoscevo bene le persone con cui stavo per iniziare questa nuova avventura ma gradulamente ho imparato a conoscerli e ho creato un buon rapporto con tutti. Non appena siamo atterrati in aeroporto, ci hanno scortato in quella che è stata la nostra dimora temporanea, ovvero l'hotel Vista Marina, situato vicino al porto, dista 1,6 km dal centro della città e 100m dal lungo mare. Durante i primi giorni ci siamo ambientati e siamo andati a fare diversi giri per la città, in modo tale da conoscere i punti essenziali e di riferimento, come per esempio il centro, il supermercato e il parco. Successivamente le ragazze che gestivano l'hotel e che ci seguivano nel corso del progetto ci hanno assegnato nelle varie strutture ricettive in cui avremmo dovuto lavorare e fissato gli appuntamenti con i nostri datori di lavoro. Io ho lavorato assieme a un mio compagno di classe come camerieri all'hotel HAIKOS, situato sul lungo mare. Le nostre mansioni consistevano nell'accogliere i clienti, guidarli al buffet della colazione e servirli. Inoltre lavoravamo al bancone del bar, alla reception e fornivamo il servizio in camera. Gli orari erano abbastanza flessibili, lavoravamo tutti i giorni tranne i lunedì e i martedì dalle 7.30 alle 12.00 circa e il sabato e la domenica dalle 8.00 del mattino. I miei datori di lavoro erano competenti, disponibili e molto gentili, anche le donne delle pulizie erano molto amichevoli. Io e il mio compagno di classe non lavoravamo da soli, bensì avevamo un collega: Angelo. Egli era un anno più grande di me ed è stata una figura significativa nel corso del mio tirocinio. Quando lavoravamo dovevamo ovviamente parlare in inglese e quando erano presenti dei problemi di comunicazione con i clienti, Angelo era sempre disposto ad aiutarci e a motivarci sempre di più. L'ambiente lavorativo era serio e stimolante. La mia esperienza si è conclusa il 5 Ottobre e ad attendermi c'era una grigia e uggiosa Milano. Grazie alla realizzazione di questo soggiorno all'estero, ho appreso molto sia a livello professionale che umano. Ho imparato tanto dalle persone del luogo: la cultura, la lingua, le tradizioni. Sono tornata alla vita di prima con un bagaglio culturale arricchito e maggiore maturità. Non sapevo cosa aspettarmi dal lavoro, potevo trovarmi in una situazione sgradevole e invece ho avuto la fortuna di lavorare in un ambiente pieno di stimoli e che mi ha permesso di stringere amicizia con persone da diverse parti del mondo. Lavorare come receptionist al Puerto Nest Hostel sicuramente non è stato facile in molti situazioni, poiché la responsabilità ricadeva tutta su di me, ma le esperienze e le conoscenze sia per il lavoro di receptionist sia per altre mansioni collegate.
Questo viaggio oltre che avermi formato e cresciuto sotto l'ambito lavorativo, mi ha reso una persona diversa, più aperta a nuove esperienze, più indipendente e sopratutto mi ha permesso di avere un po di libertà che in questo periodo storico in cui stiamo vivendo non è scontata. Ho potuto godermi appieno l'isola sotto forma di non una semplice turista e Tenerife oltre alle spiagge bellissime e al divertimento è molto di più. Personalmente è stata un'esperienza unica che mi ha insegnato tanto, mi ha fatto crescere come persona e ho imparato molto, sia dal punto di vista lavorativo sia dal punto di vista personale.
Sono sempre stata una ragazza molto timida, ho sempre avuto paura di fare le cose da sola e di pensare al mio futuro al di fuori del contesto scolastico; grazie a questa esperienza sono più sicura di me, riesco a mettermi in gioco e riesco anche a socializzare di più con le persone. Per quanto riguarda il lavoro ho imparato cosa significa lavorare, è stata un'esperienza molto istruttiva e sto prendendo in considerazione il fatto questa potrebbe essere la mia occupazione futura. Infine è stato anche molto divertente e sono contenta delle persone che ho conosciuto e di come questa esperienza mi abbia cambiata, la rifarei sicuramente. Dopo un paio di giorni per abituarci al paese, siamo andati insieme alla responsabile di Fuerteventura del Progetto Erasmus Plus, Laura, ognuno nel proprio posto di lavoro.
Mi era già stato dato un link su cui poter curiosare il mio, ma non mi aspettavo per niente l’alternanza scuola-lavoro che alla fine ho svolto. Dopo due anni chiusa in casa per il covid, non mi aspettavo sicuramente che sarei finita alle Canarie a fare le mie ore di alternanza scuola-lavoro e pensavo, soprattutto dopo aver visto il posto in cui avrei lavorato, che sarei finita al front office a vendere oggetti, oppure a sistemare la merce di cartoleria sugli scaffali, dato che dal sito web sembrava una cartoleria; insomma i classici lavori da stagista, e invece sono rimasta molto sorpresa quando mi è stato detto che avrei scritto articoli per siti web. Non sono un genio del computer e all’inizio pensavo non sarei stata capace di scrivere qualcosa oltre le solite ricerche di scuola, copiate spudoratamente da wikipedia, e invece penso di esserci riuscita. Ho imparato tante cose, dal capire quali immagini posso prendere da google, a come scrivere un articolo in modo che chi legge non si annoi dopo due righe, a cosa una persona cerca online, come tradurre in diverse lingue un articolo pubblicato o ancora a fare il mio vero e proprio sito web. Sempre all’inizio dell’esperienza avevo dei dubbi su quanto effettivamente turistico sarebbe stato il lavoro, ma anche qui ho finito per ricredermi: ho scritto articoli su spiagge e tradizioni dell’isola che stando in reception in un hotel non avrei mai scoperto. Un altro grande pensiero che mi girava per la testa era quello di come mi sarei trovata con il capo o i colleghi, ma fortunatamente, sono sempre stati disponibili per qualsiasi cosa e mi hanno aiutato molto. L’atmosfera dell’ambiente lavorativo è stata una cosa che mi è piaciuta moltissimo, lavorando qui ho scoperto un lavoro a parer mio stupendo, quello del nomade digitale: la mattina appena entravo e mi sedevo al mio posto vedevo numerosissime persone a lavorare, a volte le solite e a volte diverse dal giorno prima e questa cosa all’inizio mi sembrava molto strana, ma già dopo un paio di giorni, mi sono resa conto che ognuno era lì per fare il suo e non disturbava affatto un’altra persona presente al Coworking. |
Gli AutoriIn questo spazio potrai trovare alcuni degli articoli che i ragazzi hanno scritto durante la loro esperienza, per raccontare e ricordare il loro periodo all'estero! Archivi
November 2022
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